La musica di Johnny Cash nel cuore
SONGS
Folsom Prison Blues
Folsom Prison Blues è probabilmente la canzone più famosa di Johnny Cash e ne rappresenta il marchio di fabbrica originale sia dal punto di vista dei contenuti che da quello musicale.
La canzone parla di un detenuto che sconta la sua pena in carcere dopo aver ucciso un uomo e rimpiange la libertà perduta. Il rimpianto per la vita da uomo libero viene evocato dal rumore di un treno che passa sferragliando nelle vicinanze del penitenziario. Questo rumore induce il detenuto ad un confronto doloroso fra il proprio stato di prigioniero e la situazione dei passeggeri del treno che, da uomini liberi, possono godere delle gioie della vita e muoversi per andare dove preferiscono senza alcuna costrizione. Il detenuto, nel suo fantasticare, è pienamente consapevole della colpa di cui si è macchiato e dei futili motivi che l'hanno spinto al suo gesto, ma sogna ugualmente di poter andare via da Folsom Prison proprio su quel treno.
La prima esecuzione di Folsom Prison Blues risale al 22 marzo del 1955, quando Johnny Cash la suonò insieme ai Tennessee Two (Luther Perkins alla chitarra elettrica e a Marshall Grant al contrabbasso) nel corso di una delle prime audizioni presso la Sun Records di Sam Phillips a Memphis, Tennessee. La canzone fu pubblicata dalla Sun Records il 15 dicembre 1955 su un singolo (Sun 232) che conteneva anche la canzone So Doggone Lonesome.
Dal punto di vista musicale la canzone si basa sulla struttura ritmica nota come Boom-Chicka-Boom, che ricorda appunto lo sferragliare di un treno in movimento. Questo ritmo particolare divenne il tratto distintivo della musica di Johnny Cash e dei Tennessee Two.
Home of The Blues
Home of The Blues era un negozio di dischi che si trovava al numero 105-107 di Beale Street a Memphis, Tennessee, gestito da Ruben Cherry, il quale fu in attività dagli anni ’50 fino alla metà degli anni ’70 del secolo scorso. Johnny Cash, così come Elvis Presley ed altri musicisti, era solito frequentare il negozio di Cherry per l’acquisto di dischi e probabilmente proprio dal nome di questo negozio nacque l’ispirazione per il titolo della canzone.
La canzone ha delle parole struggenti che parlano di profonda tristezza, amori perduti e dolcissimi ricordi e di come si possa cercare di alleviare questa sofferenza unendosi alle altre persone che soffrono le stesse pene in un posto particolare chiamato The Home Of The Blues, che viene così ad assumere un significato simbolico molto profondo.
La canzone venne incisa da Johnny Cash e i Tennessee Two preso la Sun Records di Sam Phillips a Memphis il primo luglio del 1957. L’incisione fu seguita a livello tecnico dal nuovo studio engineer Jack “Cowboy” Clement, che avrebbe avuto un ruolo molto importante nella carriera artistica di Johnny Cash. Home of The Blues venne pubblicata sotto forma di singolo insieme alla canzone Give My Love To Rose (Sun 279).
Come coautori della canzone, oltre a Johnny Cash, sui credits del disco sono indicati Vic McAlpin e Glenn Douglas Tubb. In realtà la canzone fu scritta pressoché interamente dai due coautori, che avevano offerto parte dei diritti d’autore a Johnny Cash nel caso in cui la canzone venisse registrata seguendo una prassi comune dell’epoca.


In Them Old Cotton Fields Back Home
Questa canzone è la versione di Johnny Cash di un brano inciso nel 1940 dal musicista blues Huddie Ledbetter, noto come Lead Belly, il cui titolo originale era Cotton Fields.
La canzone parla del faticoso lavoro dei raccoglitori di cotone nel Sud degli Stati Uniti e costituisce un altro degli argomenti importanti per Johnny Cash, in quanto lui stesso lo era stato da piccolo dopo il trasferimento della sua famiglia nel 1935 dalla città di Kingsland alla colonia agricola di Dyess. A Dyess la famiglia di Johnny Cash ottenne infatti dal governo degli Stati Uniti una casa rurale ed un appezzamento di terra da coltivare, nell’ambito del programma New Deal promosso da Franklin Delano Roosvelt per cercare di fare uscire il paese dalla Grande Depressione.
Oltre che per il suo contenuto, Cotton Fields fu una notevole fonte di ispirazione per Johnny Cash anche a causa delle vicende personali di Lead Belly, il quale conobbe più volte la detenzione in carcere nel corso della sua vita.
La canzone venne incisa da Johnny Cash nell’album “The Sound Of Johnny Cash” del 1962.

Jackson
Questa canzone è sicuramente il duetto più famoso della coppia Johnny Cash e June Carter ed ha accompagnato nel corso degli anni sia l’evoluzione personale che artistica dei due cantanti.
La canzone ruota attorno alle schermaglie tra i due membri di una coppia, per la quale il fuoco della passione del matrimonio si è ormai spento, sul viaggio da fare nella città di Jackson e sulle attrattive molto diverse che si aspettano di trovare in quella città. I ruoli musicali della canzone calzano a pennello alle caratteristiche vocali ed espressive sia di Johnny Cash che di June Carter.
Johnny Cash seppe dell’esistenza di questa canzone nel 1963 grazie a Don Davis, che fu cognato di June Carter avendone sposato la sorella Anita. Jackson fu scritta dal compositore Billy Edd Wheeler e le caratteristiche della canzone sembrarono subito perfette a Don Davis per un’esecuzione da parte di Johnny Cash e June Carter.
La coppia eseguì dal vivo Jackson per diversi anni con grande successo di pubblico e la canzone venne finalmente incisa l’11 gennaio del 1967. La canzone ebbe un ruolo molto particolare nella vita di Johnny Cash e June Carter perché fu proprio durante l’esecuzione di Jackson a London, Ontario, il 22 Febbraio del 1968 che Cash interruppe la canzone per chiedere a June Carter di sposarlo.


The Man Comes Around
Questa canzone è probabilmente una delle più belle e complesse canzoni scritte da Johnny Cash nella parte finale della sua vita. Il tema della canzone, anche se non viene detto esplicitamente, è quello del giudizio universale, a cui Johnny Cash fa riferimento con una serie di citazioni bibliche. La tematica religiosa, nella sua declinazione musicale Gospel, costituisce uno dei pilastri fondamentali della musica di Johnny Cash e lo ha accompagnato nel corso di tutta la sua lunghissima carriera artistica. Già agli esordi della sua attività musicale, a metà degli anni ’50 del secolo scorso, Johnny Cash si propose per la prima volta al produttore discografico Sam Phillips della Sun Records proprio come cantante Gospel. Phillips non espresse tuttavia un parere positivo in merito a questo tipo di musica, ritenendola di scarso valore commerciale. In effetti Johnny Cash riuscì a pubblicare il suo primo album di canzoni gospel “Hymns” solamente nel 1959 dopo il suo passaggio alla Columbia Records.
La canzone fa parte dell’album American Recordings IV: The Man Come Around. Questo album venne pubblicato nel 2002 dal produttore Rick Rubin poco meno di un anno prima della morte di Johnny Cash, avvenuta il 12 settembre del 2003. Nonostante il fatto che le condizioni di salute di Johnny Cash al momento della realizzazione di questo album fossero divenute molto precarie, la canzone, pur essendo supportata da una voce molto diversa da quella degli anni d’oro della sua carriera, ha un’enorme potenza evocativa con le sue visioni apocalittiche ed il suo richiamo a quello che fu il ritmo musicale originario di Johnny Cash, ossia il mitico Boom-Chicka-Boom.
I’ve Been Everywhere
Uno dei temi più importanti per la cultura americana è quello del viaggio. Questo tema ricorre molto spesso nella letteratura, nel cinema e non poteva certamente mancare nella musica. I’ve Been Everywhere può essere definita senz’altro un inno al viaggio, dal momento che la struttura della canzone si basa essenzialmente su una lunga serie di nomi di città statunitensi, con l’aggiunta di tre località dell’America Centrale e di una dell’America del Sud, nelle quali il protagonista si è recato nel corso delle sue peregrinazioni. Non sorprende quindi che questa canzone sia entrata a far parte del repertorio di Johnny Cash, per il quale il tema del viaggio ha rappresentato uno dei tratti distintivi della sua musica.
La storia di questa canzone merita di essere raccontata perché parte da una terra nella quale il tema del viaggio ha un suo profondo significato a causa della vastità dei territori che la costituiscono: l ‘Australia. La canzone fu infatti scritta dal compositore (e cantante country) australiano Geoff Mack e venne registrata nel 1962 dal cantante australiano Lucky Starr. Ecco com’era la versione di I’ve Been Everywhere incisa da Starr per il mercato musicale americano (dove i nomi di località australiane sono stati sostituiti da nomi di località americane):
I’ve Been Everywhere – Lucky Starr
Chi portò per la prima volta al successo questa canzone negli Stati Uniti fu però Hank Snow, che la incise a sua volta sempre nel 1962. Ecco la versione di I’ve Been Everywhere eseguita da Hank Snow:
I’ve Been Everywhere – Hank Snow
Johnny Cash incise la propria versione di questa canzone molto più avanti, per la precisione nel 1996 come ultima traccia dell’album Unchained. Come al solito, la magnifica voce del Man In Black dà a questa canzone un tratto musicale assolutamente originale ed unico. Ascoltando I’ve Been Everywhere vi siete mai chiesti dove si trovino esattamente le località citate nella canzone? E vi siete mai chiesti quanta strada avrebbe percorso Johnny Cash se le avesse visitate tutte una di seguito all’altra? Ecco la risposta (basta premere il tasto play nella mappa che verrà visualizzata):
I’ve Been Everywhere - Johnny Cash
Un paio di ultime curiosità…
I’ve Been Everywhere cantata da Johnny Cash compare nella sigla d’apertura del remake del film “Il volo della fenice” del 2004:
Flight Of The Phoenix opening soundtrack
E anche I Simpsons non sono rimasti immuni al fascino di questa canzone:
Insomma, per concludere, la canzone I’ve Been Everywhere è stata anche lei veramente dappertutto!
